La pandemia ha accentuato i sogni di morte e malattia

I nostri sogni notturni sono spesso il riflesso della nostra realtà quotidiana, tanto che è noto che mentre dormiamo, il nostro cervello rielabora gli eventi della giornata, li cataloga e li conserva nel nostro vasto cassetto dei ricordi. Pertanto, non dovrebbe sorprendere che dopo le grandi crisi mondiali, le guerre, i disastri naturali e altri eventi particolarmente sgraditi, i nostri sogni vengano alterati in peggio.

In tale scenario, all’inizio di quest’anno la ricercatrice della Harvard Medical School Deirdre Barrett ha condotto un’interessante indagine per valutare come i nostri sogni siano stati impattati dall’attuale pandemia da Covid-19. Questo studio, condotto tra marzo e luglio del 2020, ha chiesto a quasi 3.000 persone di raccontare i loro sogni a tema “pandemico”. Il contenuto di ogni sogno è stato poi processato attraverso un programma di analisi testuale progettato per identificare le principali preoccupazioni emotive e fisiche, tra cui l’ansia, la rabbia, la tristezza, la salute, i processi biologici e la morte. I risultati sono stati poi confrontati con un database precedente contenente un campione normativo di sogni pre-pandemici.

Ebbene, i risultati hanno mostrato che sia gli uomini che le donne avevano avuto molti più sogni di morte e di problemi di salute rispetto al campione pre-pandemico, e che questo tasso maggiorato era lo stesso per entrambi i sessi. Ma è qui che, in fondo, finiscono le somiglianze.

Le donne hanno infatti mostrato un significativo picco nei sogni contenenti temi di ansia e morte ad un tasso molto più alto rispetto agli uomini. Le donne hanno anche mostrato un aumento significativo di sogni che contenevano percezioni di rabbia o di tristezza rispetto al campione pre-pandemico rispetto agli uomini.

Questi risultati si combinano con altri dati che suggeriscono che la vita delle donne è più influenzata negativamente dalla pandemia rispetto a quella degli uomini, con tutto ciò che sembra essere dovuto al fatto che la pandemia e il conseguente isolamento hanno ulteriormente messo in luce profonde linee di faglia nella disuguaglianza di genere del nostro Paese, a cominciare dalla differenza retributiva tra donne e uomini, e proseguendo poi con le minori tutele che generalmente sono a carico delle quote rosa.

Se si somma tutto questo, significa che le donne sono più vulnerabili allo shock economico che stiamo vivendo. Evidentemente, questo non significa che gli uomini non soffrano nell’attuale situazione economica, ma solo che le donne percepiscono maggiori sofferenze.

Insomma, in tale scenario non è certo errato affermare che il coronavirus ha peggiorato le disuguaglianze sociali ed economiche esistenti, soprattutto per le donne. Mentre sia le donne che gli uomini stanno soffrendo le ricadute economiche del virus in tutto il mondo, sono le donne – già più soggette a guadagnare uno stipendio più basso e più spesso protagoniste di lavori precari – ad essere maggiormente preoccupate dal contesto in evoluzione.

Considerato tutto questo, non c’è dunque da stupirsi che le donne dormano meno tranquille degli uomini. Ma cosa si può fare?

Prescindendo le politiche “generali”, a livello individuale le donne potrebbero utilizzare i loro sogni come una sorta di “spia” che possa aiutarle a identificare le loro preoccupazioni più pressanti, per poi cercare soluzioni specifiche.

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