Cosa succede al corpo quando viene cremato

Negli ultimi anni la cremazione è divenuta una pratica sempre più utilizzata nell’ambito dei servizi funebri. Ma cosa succede esattamente al corpo quando viene cremato? Quanto tempo impiega a bruciare?

Pochi – eccezion fatta per gli addetti ai lavori – sanno cosa accade realmente quando i nostri cari vengono cremati. A contribuire a generare un po’ di opacità al tema ci sono anche numerosi falsi miti su ciò che accade in un crematorio: molte persone pensano ad esempio che le bare vengano rivendute o che addirittura si mescolino le ceneri. Ebbene, niente di tutto questo.

Cosa succede dopo un servizio di cremazione?

Si potrebbe pensare che una volta che la bara viene portata nella struttura dedita alla cremazione, questa entri immediatamente in una fornace e inizi a bruciare. In realtà, non è così: i crematori non sono obbligati a effettuare immediatamente la procedura, anche se la maggior parte di essi punta ad avviare il processo entro 24 ore.

Dove vengono bruciati i corpi e per quanto tempo?

I defunti vengono portati in una delle fornaci del forno crematorio. Qui una fiamma alimentata a gas porta la temperatura interna tra gli 800 e i 1.000 gradi Celsius: una temperatura talmente elevata che una macchina spenta il venerdì sera di norma continua ad essere piuttosto calda anche il lunedì mattina.

Il corpo viene dunque bruciato per circa 90 minuti e il personale utilizza uno spioncino per controllare quando il processo è finito, di norma quando non ci sono fiamme visibili. Durante questo processo le particelle di scarto vengono aspirate e filtrate per evitare che alcuni componenti (come il mercurio delle otturazioni dei denti) entrino nell’atmosfera.

Cosa si fa con le ceneri e quanto pesano?

Le ceneri, che dovrebbero avere la consistenza della sabbia, vengono raccolte con un rastrello e lasciate raffreddare per un’ora.

Il peso complessivo delle ceneri, evidentemente, varia da persona a persona, soprattutto a seconda della densità ossea. In ogni caso, le ceneri vengono introdotte all’interno di una macchina che le setaccia al fine di rimuovere eventuali metalli, inviati per il corretto conferimento.

A quel punto le ceneri sono riconsegnate ai parenti, che decideranno se disperderle al crematorio o portarle altrove. Recenti sono le tendenze più particolari, come la possibilità di farne inchiostro per farsi tatuare sulla propria pelle i propri cari, o creare dei gioielli.

Come ottenere l’autorizzazione per la cremazione

L’autorizzazione per la cremazione della salma di un proprio caro può essere rilasciata solamente se la persona in vita abbia espresso la volontà di essere cremata.

Pertanto, il familiare più prossimo (coniuge o in mancanza figli, o in mancanza genitori, fratelli, sorelle e così via fino al sesto grado) deve rilasciare la dichiarazione sostitutiva di atto notorio con cui dichiarare che il proprio congiunto in vita aveva espresso la volontà di essere cremato. La dichiarazione deve essere resa insieme alla fotocopia di un documento valido da parte di tutti i familiari che la devono sottoscrivere.

Nel caso in cui invece la persona non abbia familiari che possano autorizzare, allora quando è ancora in vita deve iscriversi a una delle società per la cremazione presenti sul territorio, in cui è sempre presente un notaio che raccoglierà la volontà della persona e che al momento del decesso possa autorizzare in vece dei familiari.

È possibile disperdere le ceneri?

Così come per la decisione di cremare il corpo, anche per la dispersione delle ceneri è essenziale la volontà espressa in vita dal de cuius ad avere le proprie ceneri disperse. Il luogo dove disperdere le ceneri si può scegliere solamente nell’elenco dei luoghi messi a disposizione dai singoli Comuni.

La legge n. 130 del 30 marzo 2001 stabilisce che “la dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto della volontà del defunto, unicamente in aree a ciò appositamente destinate all’interno dei cimiteri o in natura o in aree private; la dispersione in aree private deve avvenire all’aperto e con il consenso dei proprietari, e non può comunque dare luogo ad attività aventi fini di lucro; la dispersione delle ceneri è in ogni caso vietata nei centri abitati, come definiti dall’articolo 3, comma 1, numero 8), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada); la dispersione in mare, nei laghi e nei fiumi è consentita nei tratti liberi da natanti e da manufatti”.

 

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