In Giappone circa il 25-30% degli abitanti professa la religione buddista, mentre la maggior parte della popolazione segue una filosofia shinto o un sincretismo tra shintoismo e buddismo. Ne deriva che – seppur vi siano comunità cristiane, induiste, ebraiche o islamiche, la quasi totalità dei funerali giapponesi segue le indicazioni buddiste.
Cosa accade dopo la morte
Dopo la morte della persona cara, i parenti più stretti avviano una serie di comportamenti canonici, rituali che – pur con qualche variazione a seconda della regione di appartenenza – sembrano essere ispirati da linee guida comuni.
Per esempio, i santuari comunemente presenti all’interno delle case giapponesi vengono chiusi e coperti con della carta bianca, utile per tenere alla larga gli spiriti maligni. Quindi, una tavoletta con incenso, fiori e una candela, è deposta vicino al letto del defunto. In alcune zone del Giappone è d’uso porre vicino al letto del defunto anche un’arma (un pugnale), per permettere di difendersi contro gli spiriti maligni.
Il corpo del defunto viene così lavato e vestito con una tuta o con un kimono (a seconda che lo scomparso sia un uomo o una donna), e condotto quindi nel luogo in cui si terrà la veglia. Anche in questo caso, molto dipende dalle abitudini religiose che la famiglia ha scelto di seguire: spesso il corpo del defunto è adornato con una fascia bianca che ha un triangolo al centro, con dei sandali e dei soldi che servono a pagare il pedaggio attraverso il fiume dei tre inferni, come vuole la tradizione buddista. È frequente altresì l’abitudine di sistemare vicino al corpo del defunto anche alcuni oggetti a lui cari.
La veglia
La veglia è un momento molto importante nel cerimoniale giapponese. Organizzato spesso dall’agenzia funebre, e altrettanto spesso presso la sala mortuaria (anche se permane l’abitudine di predisporlo a casa, dinanzi all’altare di famiglia), la veglia è un momento di condivisione rispettosa, che tende a coinvolgere parenti e amici più cari.
Gli ospiti che giungono alla veglia sono generalmente invitati a firmare un registro, offrire le condoglianze e lasciare una busta avvolta da un nastro bianco e nero, contenente dei soldi. Non c’è un importo predeterminato da introdurre nella busta, anche se è evidente che l’entità della donazione varia a seconda del grado di parentela dell’ospite. Contrariamente a quanto è in uso in molte parti del mondo, in Giappone si suole scrivere l’importo all’esterno della busta.
Alla conclusione del funerale, il registro e le buste con le offerte sono consegnate alla famiglia del defunto.
Per quanto riguarda invece lo svolgimento della veglia, l’ospite che qui si reca è tenuto a fare le sue condoglianze ai familiari del defunto. Dopo di che, è invitato a recarsi in un’altra stanza, dove viene servito un rinfresco, con bevande e cibo a disposizione di coloro che si sono recati per far sentire la loro vicinanza ai superstiti.
Tra le altre usanze del momento vi è poi quella di bruciare dell’incenso davanti all’altare o su un tavolo posizionato in prossimità della bara. Vi è altresì l’abitudine di suonare il campanello posizionato su questo altare, e racchiudersi in un momento di preghiera e di riflessione.
A questo punto, se la famiglia del defunto ha seguito un rito buddista, si prevede anche la presenza di un sacerdote che dopo aver parlato con i cari più stretti, avvierà un rituale che coinvolgerà tutti gli ospiti. Al termine della veglia, agli ospiti che si sono recati per far sentire la propria vicinanza è generalmente attribuito un piccolo omaggio come segno di ringraziamento da parte della famiglia, la quale continuerà a vegliare il defunto per tutta la notte.
Il funerale in Giappone
Si arriva così al funerale vero e proprio che, generalmente, è organizzato il giorno successivo a quello della veglia.
Se la veglia si è svolta nel proprio appartamento, il corpo del defunto sarà trasferito in un tempio, dove sarà posto dinanzi a un altare. Su di esso una tavoletta di legno, con inciso il nome del defunto, o kaimyo, diverso dal nome che la persona ha avuto in vita: si tratta di un nome che viene attribuito dal sacerdote e che serve a impedire che la persona possa tornare ogni volta che viene pronunciato il suo nome, in ricordo.
Anche all’interno della cerimonia funebre i membri della famiglia offrono dell’incenso, seguendo un ordine gerarchico, seguiti da altri amici e parenti. Dopo di che, il sacerdote avvia il rito funebre, al termine del quale un rappresentante della famiglia ringrazierà tutti.
La bara viene infine posta sul carro funebre, che conduce il corteo verso il luogo in cui avviene la cremazione.
La cremazione in Giappone
Giunta sul luogo della cremazione, la bara viene scaricata dal carro funebre e posta su una superficie che è collegata al forno. Come avviene anche da noi, ai membri della famiglia non è consentito assistere alla cremazione: torneranno dunque in tale luogo una volta che i resti potranno essere ritirati.
Anche questo passaggio è fortemente caratterizzato dalle usanze del luogo. Per esempio, in alcune zone del Giappone vi è l’usanza di cambiare il percorso utilizzato per andare a casa, al fine di evitare che lo spirito del defunto possa seguire la famiglia.
Ciò detto, al momento concordato i membri della famiglia andranno a ritirare i resti del defunto. In alcune aree, contrariamente a quanto avviene da noi, non viene data un’urna sigillata, ma viene data la possibilità ai propri cari di poter raccogliere i resti del defunto con alcune bacchette, da posizionare poi nell’urna.
È in questa fase che uno degli addetti alla cremazione indica quali siano le parti del corpo più importanti da raccogliere. Generalmente, si procede in senso inverso, con le ossa dei piedi che vengono raccolte per prima, e le ossa della testa che vengono invece inserite per ultime, per evitare che il defunto non sia a testa in giù nell’urna.
Quando l’urna è stata riempita con tutti i resti del defunto, viene coperta e avvolta in un panno bianco. Viene quindi portata a casa o direttamente al cimitero, a seconda delle zone. Può infatti capitare che in alcune aree, soprattutto se rurali, si svolga un corteo funebre per trasportare l’urna al cimitero.
Molto dipenderà tuttavia dalle usanze del luogo. Per esempio, non è nemmeno escluso che le ceneri del defunto possano essere ripartite tra più urne: una parte delle ceneri potrebbero infatti essere destinate a una tomba di famiglia, mentre altre al tempio.
La tomba in Giappone
Si arriva così a condividere qualche spunto sulla tomba giapponese, la cui tipica struttura è quella di un monumento in pietra, tendenzialmente di famiglia, con un luogo destinato a raccogliere fiori, incenso, acqua e una cripta per le ceneri.
Sulla parte frontale della tomba si suole inoltre incidere il nome del defunto o i nomi dei defunti che qui si trovano.
È molto frequente, in Giappone, che possa altresì esservi uno spazio per una scatola in cui i parenti e gli amici del defunto possono lasciare il proprio biglietto da visita.