Le cerimonie funebri non sono certamente l’occasione più conviviale che la nostra socialità ha la possibilità di offrirci. Tuttavia, in molte parti del mondo (e, in alcune situazioni, anche in Italia), è d’uso predisporre dei rinfreschi funebri.
Ma di cosa si tratta? Come si organizzano? E come non sbagliare etichetta?
Cos’è il rinfresco funebre
Il rinfresco funebre è una tradizione in uso nel territorio anglosassone, ma non tutti sanno che le sue origini sono prevalentemente risalenti all’antica Roma. In questo periodo, infatti, il culto dei morti era particolarmente vivo e sentito, e al defunto venivano dedicate specifiche cure che potessero alimentare il legame profondo con i superstiti.
In epoca classica, il rito funebre era suddiviso in due momenti separati.
Nel primo, il funus, venivano svolte tutte le operazioni necessarie per accompagnare l’anima del defunto nell’aldilà. Venivano dunque effettuate le attività di preparazione della salma, di vestizione, di esposizione della salma, così come il corteo, i canti e le preghiere, fino ad arrivare al momento dell’inumazione, a cui corrispondeva l’ultimo saluto al proprio caro.
Il secondo momento era il refrigeria, ovvero quello che potremmo definire l’odierno rinfresco funebre. L’obiettivo era quello di ristorare i parenti e gli amici presso la tomba del defunto, che diventava per certi versi una sorta di “invitato”.
Lo scopo era quello di favorire un momento di aggregazione tra i partecipanti, familiari e amici del defunto, andando a rinsaldare in questo modo un vincolo fondamentale, quale quello della concordia.
È pur vero che, nel corso degli anni, questo antico significato finì con il perdere di attribuzione originaria. E, dunque, i rinfreschi funebri finirono con l’essere considerati nient’altro che uno strumento per ostentare ricchezza e lusso da parte delle famiglie più abbienti e più in vista, tanto che la Chiesa, intorno al V secolo d.C., scelse di abolire il rinfresco funebre.
Consigli per organizzare un rinfresco funebre
Come abbiamo in parte già rammentato, quando si pensa al rinfresco funebre si corre spesso la tentazione di immaginarlo come le rappresentazioni che film e serie tv hanno da tempo prodotto nella nostra cultura.
In realtà, quei momenti conviviali appartengono a un’estrazione culturale molto diversa dalla nostra, tipicamente anglosassone, in cui il funerale è visto anche come un maggiore momento di celebrazione del passaggio del defunto.
Ecco dunque che i familiari più stretti del de cuius mettono a disposizione di coloro che sono intervenuti al funerale un rinfresco, accompagnandolo magari da un sottofondo musicale, o domandando agli ospiti di intervenire per ricordare i migliori momenti della vita del defunto, o qualche aneddoto, in un clima informale, familiare.
Peraltro, la tradizione vuole che alla fine del rinfresco funebre siano altresì devolute delle somme, o degli oggetti, in favore di associazioni benefiche e altre strutture care al defunto e ai suoi parenti.
Di contro, in Italia il rito funebre è caratterizzato da un cerimoniale molto più rigoroso e discreto, in cui i parenti e gli amici del defunto sono più impegnati a condividere il dolore, piuttosto che i ricordi piacevoli.
Proprio per questo motivo, se sei alla ricerca di consigli per organizzare il rinfresco funebre, ti ricordiamo innanzitutto come non sempre questo evento sia visto di buon occhio, soprattutto da chi è alla ricerca di un funerale particolarmente tradizionale e sobrio. Agli occhi di costoro, peraltro, il rinfresco funebre potrebbe apparire un’usanza bizzarra o, in altri termini, un’abitudine di cattivo gusto, di poco rispetto nei confronti del deceduto.
Dal rinfresco funebre al divieto di cucinare
Prendendo spunto da quanto abbiamo ricordato nel precedente paragrafo, possiamo altresì facilmente comprendere perché, in alcune zone d’Italia, viga l’abitudine esattamente opposta a quella del rinfresco funebre: il divieto di cucinare nel proprio appartamento in segno di lutto, per almeno tre giorni dopo il triste evento.
In questo caso, i familiari e gli amici più stretti dei parenti del defunto si organizzano per nutrirli con pietanze cucinate appositamente per loro, al fine di condividere in questo modo il loro lutto.