L’importanza della musica ai funerali: quando le note aiutano a capire che la morte fa parte della vita

Da che se ne ha memoria, i funerali sono accompagnati dalla musica. Si tratta di una pratica a cui abbiamo ormai fatto l’abitudine e su cui solitamente quindi non ci fermiamo a riflettere, di una pratica che ha dietro di sé invece un meccanismo di elaborazione del lutto davvero molto complesso e interessante che merita di essere sviscerato e compreso, che merita di essere oggetto di riflessione. E questa riflessione dovrebbero farla tutti a nostro avviso: gli operatori del settore che spesso si trovano a dover dare consigli ai familiari del defunto e i familiari stessi che possono incontrare delle difficoltà nella scelta della musica del funerale e che, del tutto erroneamente, delegano questo compito ad altri.

musica funerali

La musica evita un eccessivo silenzio nei momenti più dolorosi del funerale. Il silenzio è sicuramente molto importante per coloro che devono elaborare un lutto perché permette di cancellare il mondo esterno e di chiudersi in se stessi alla ricerca di qualche verità, motivazione, appiglio, alla ricerca di qualcosa che permetta di andare avanti nonostante il dolore. Questo è vero, ma è vero anche che durante il funerale non è possibile cancellare del tutto il mondo esterno: il mondo è lì, insieme ai familiari del defunto, per dare un ultimo addio. Non solo, il silenzio è rischioso perché è come una sorta di baratro che può portare il dolore a livelli quasi insopportabili, soprattutto per le persone più sensibili.

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La musica rende possibile raccogliersi nonostante il pubblico presente al funerale. In quel momento non si può parlare, nessuno verrà a disturbare, non si può fare altro che ascoltare la musica e pensare, lasciarsi trasportare dai ricordi e dalle emozioni. Nonostante il caos che ogni funerale comporta, si ha insomma la possibilità di accedere alla parte più intima di se stessi.

La musica favorisce la commozione, il pianto. Anche se questo può sembrare un punto negativo, in realtà non lo è. Con il pianto o la semplice e più delicata commozione si ha la possibilità di buttare fuori un po’ di dolore. Il punto non è esternalizzarlo, ma liberarsene, sfogarsi, riuscire a rendere più accettabile quello che si sta passando.

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La musica mette in comunicazione permettendo a tutti i partecipanti al funerale di provare le stesse cose: tutti riescono a raccogliersi, a commuoversi, ad evitare silenzi imbarazzanti, a gestire il caos che sentono. Ciò rende più uniti e quindi anche più forti, come se il dolore facesse parte della comunità.

E quest’ultimo punto è particolarmente importante. Il dolore è parte della comunità, di quella comunità composta da tutte le persone che hanno deciso di prendere parte al funerale. La musica quindi deve essere ben comprensibile da tutta la comunità, un linguaggio che sia chiaro e diretto. Ma attenzione, la musica scelta deve anche essere in linea con la personalità del defunto, per fare in modo che qualcosa di lui possa risuonare nell’aria: solo in questo modo la sua memoria potrà essere davvero onorata e solo in questo modo sarà possibile capire che la morte dopotutto fa parte della vita.

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Avere la possibilità di sentire attraverso la musica la presenza del defunto rende possibile proprio questo: capire che questo evento, per quanto tragico possa essere, è ineluttabile, non possiamo sfuggire e che dopotutto è proprio grazie alla nostra caducità e mortalità che la felicità è possibile, che la gioia di vivere può campeggiare nei nostri cuori in modo indelebile. E non ha alcuna importanza che crediate in un qualche dio o che siate del tutto privi di fede: questa è una consapevolezza a cui tutti devono arrivare per riuscire ad elaborare il lutto al meglio e per riuscire a vivere davvero ogni istante che l’esistenza ha in serbo per loro.

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