Chi paga le spese funebri?

Per legge le spese funebri sono parte della successione e, come tali, ricadono sulle spalle degli eredi, intendendo per tali – se non c’è un testamento – i parenti del deceduto fino al sesto grado di parentela.

Ciò premesso, si può creare un vuoto applicativo che lascia molte persone con un buon punto interrogativo in mente: se al momento del decesso gli eredi non hanno ancora deciso se accettare o meno l’eredità, chi paga allora le spese funebri, considerato che il costo dell’onoranza funebre deve essere immediatamente sostenuto?

Chi deve pagare il funerale

Iniziamo subito con il condividere che per la legislazione italiana le spese funebri sono parte della successione e ricadono sugli eredi. Insomma, a pagare il funerale sono gli eredi del defunto che, in linea generale, si accordano per suddividere la spesa.

Il problema giuridico potrebbe sorgere nel caso in cui gli eredi non si qualifichino come tali. Come abbiamo già visto, infatti, gli eredi hanno 10 anni di tempo per accettare e rifiutare l’eredità: un’eventualità che mal combacia con il fatto che le spese del funerale devono invece essere pagate immediatamente. Come risolvere, allora, questa divergenza?

La soluzione più semplice è che uno dei chiamati all’eredità – cioè, coloro che non hanno ancora accettato l’eredità ma sono potenzialmente eredi – anticipi l’intera quota delle spese del funerale, per poi eventualmente rifarsi sugli altri eredi e, in ogni caso, usufruendo delle detrazioni fiscali per le spese funebri.

In sintesi, dunque, le spese funebri devono essere pagate da coloro che accetteranno l’eredità. Se coloro che hanno anticipato il pagamento del funerale decideranno poi di rinunciare all’eredità, allora avranno il diritto al rimborso di quanto hanno già pagato, dagli altri eredi.

Come dividere le spese funebri

Come abbiamo già chiarito nelle scorse righe, il funerale deve essere pagato dagli eredi e, dunque, le spese funebri andranno ripartite sulla base delle rispettive quote ereditarie, e non per quote uguali.

Se per esempio il defunto non ha lasciato alcun testamento, e la successione legittima prevede tre eredi (coniuge e due figli), le spese funebri andranno ripartite per il 50% nel coniuge e per il 25% ognuno nei due figli.

Naturalmente, niente vieta agli eredi di suddividere le spese funebri in modo diverso, a seconda di quello che ritengono opportuno, conveniente o preferibile fare.

Si può pagare il funerale con i soldi del defunto?

Nella prassi comune, ricade spesso l’ipotesi del funerale pagato con i soldi del defunto. L’eventualità non comporta particolari complicazioni se il denaro è nella disponibilità degli eredi: si pensi, per esempio, che anche se i soldi del defunto vengono utilizzati per il pagamento del funerale, questa condotta non può essere equiparata a un tacito assenso dell’eredità.

La complicazione potrebbe però sorgere nel caso in cui il denaro del defunto si trovi sul suo conto corrente bancario.

Ricordiamo infatti che gli eredi hanno l’obbligo di informare tempestivamente la banca del decesso dell’intestatario del rapporto e che, dopo questa comunicazione, la banca ha l’obbligo di bloccare il conto corrente fino alla dichiarazione di successione.

Dunque, in via teorica, quello che accade è che con la comunicazione del decesso dell’intestatario il conto si congeli, rendendo inaccessibili le somme agli eredi.

È per questo motivo che spesso si dà seguito a un comportamento non corretto da parte di alcuni eredi che rivestono contemporaneamente la qualifica di delegati del conto corrente del de cuius e che al fine di ottenere le somme di denaro necessarie per il pagamento delle spese funebri, effettuano dei prelevamenti di denaro dal conto corrente una volta che l’intestatario del rapporto è defunto.

Ebbene, ricordiamo che si tratta di una condotta non lecita, considerato che la morte dell’intestatario del conto fa sostanzialmente decadere la delega e, dunque, si tratterebbe di un prelevamento effettuato da persona priva dei necessari poteri di firma.

Il discorso è parzialmente diverso nel caso in cui il conto corrente sia cointestato tra il defunto e un’altra persona (ad esempio, il coniuge o un figlio): in questo caso si suole ricordare che, a parità di altre condizioni specifiche, il 50% delle giacenze presenti sul conto rientra nella disponibilità del superstite, che potrebbe pertanto continuare ad utilizzarle in attesa di regolarizzare il rapporto dopo la successione.

Ricordiamo infine che, in ogni caso, nella dichiarazione di successione deve essere indicato il saldo rilevato sul conto corrente al momento del decesso.

Chi paga il funerale se nessuno ha soldi?

Purtroppo può accadere che il de cuius sia nullatenente e che i suoi eredi non abbiano patrimonio utile per pagare le spese funebri. In questo caso che cosa succede? Chi paga il funerale se non ci sono soldi tra gli eredi?

La figura che ricade in questa ipotesi è quella comunemente chiamata funerale di povertà: un rito gratuito, gestito da enti locali che si occupano di garantire le esequie ai defunti nullatenenti o poco abbienti, accollandosi le spese necessarie. Di norma tali enti sono finanziati direttamente anche dagli stessi Comuni, che nel loro bilancio stanziano una somma di denaro annua destinata proprio a pagare i funerali dei nullatenenti.

Una figura simile è quella del funerale sociale. In questo caso il funerale è gestito dai servizi sociali del Comune, in favore di quelle persone che erano seguite dagli stessi servizi per le loro condizioni di particolari difficoltà. Il servizio sociale interverrà a coprire una parte delle spese, lasciando poi la restante parte ai superstiti del defunto.

La detrazione delle spese del funerale

Le spese del funerale possono essere “scaricate” in sede di dichiarazione dei redditi o, più correttamente, possono essere detratte dalle tasse. Ma chi le può detrarre?

La legge prevede che tale spesa possa essere oggetto di detrazione dalla persona che ha sostenuto le spese, anche se non è un familiare del defunto: potrebbe pertanto trattarsi di un convivente o di un semplice amico che ha scelto di sopportare le spese funebri, maturando così il diritto alla detrazione degli oneri conseguiti.

Ricordiamo infatti che il vincolo di parentela per detrarre le spese funebri è decaduto dal 2016 e, dunque, non costituisce più un requisito utile per portare in detrazione le spese funebri. Di contro, prima del 2016 gli unici soggetti che avevano diritto alla detrazione erano il coniuge; i figli, anche adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi; i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi; gli adottanti; i generi e le nuore; il suocero e la suocera; i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali.

Rimane invece l’obbligo di portare in detrazione le spese funebri nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a quello in cui è avvenuto il decesso.

Sempre in relazione alle spese funebri, condividiamo come siano detraibili tutte quelle che sono legate all’evento, come gli oneri per le onoranze funebri, il trasporto con il carro funebre, la bara e la sistemazione della salma, o ancora l’affitto della casa funeraria, la tumulazione, l’espletamento della documentazione, e così via.

La legge prevede che la detrazione possa concorrere fino a un importo massimo di 1.549,37 euro per decesso. Considerato che si può detrarre dall’IRPEF lorda il 19% del totale della spesa, ne consegue che la detrazione massima è di 294,38 euro. Se poi le spese funebri sono state pagate da più persone, la spesa può essere detratta in modo proporzionale tra tutti i partecipanti.

Non sono invece detraibili gli importi dedicati alla copertura di altre spese, come ad esempio l’acquisto di loculi o tombe che a volte vengono comprati dal defunto prima della morte, così come gli addobbi floreali, le cremazioni, le concessioni comunali cimiteriali o le spese per la successiva esumazione della salma.

La divisione delle detrazioni in caso di funerale pagato da più persone

Nel caso in cui le spese siano state sostenute da più persone, la detrazione andrà ripatita in base alla quota che ognuno ha apportato.

Ai fini della detrazione, nel caso in cui le spese siano state sostenute da più parenti o amici, la detrazione andrà ripartita in base alla quota che ognuno di loro ha apportato alla spesa complessiva.

E nel caso in cui l’agenzia funebre, come spesso accade, abbia emesso una fattura intestata ad una sola persona, ma in realtà il pagamento è stato effettuato da più individui?

In questo caso, al fine di predisporre la documentazione utile per portare in detrazione pro-quota le spese dell’agenzia funebre, è necessario riportare sulla fattura una nota a firma dell’intestatario del documento, con cui viene certificato come l’importo fosse in realtà stato evaso da più soggetti.

A quel punto, chi ha contribuito alle spese funebri dovrà conservare una copia della fattura emessa, opportunamente annotata dall’intestatario del documento, che potrà utilizzare come documentazione per la fruizione della detrazione pro-quota.

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