permesso per lutto

Congedo e Permesso per Lutto: Guida, Consigli e Normativa

Il congedo per lutto è un diritto riconosciuto ai lavoratori che desiderano prendere un permesso per vivere questo difficile momento con un maggiore comfort.

Nonostante ciò, non tutti i lavoratori sanno quali sono le caratteristiche del congedo per lutto. Di qui, la necessità di condividere una guida con i consigli e i riferimenti normativi dei permessi per lutto, consentendo così ai nostri lettori di poterne beneficiare nell’eventuale occasione.

Cos’è il congedo per lutto

Il congedo per lutto è definibile come un periodo di assenza dal lavoro, previsto dalla legge per permettere ai dipendenti di dedicare del tempo a sé stessi e alla famiglia in occasione del decesso di un familiare.

Nel nostro Paese il congedo per lutto è retribuito fino al completamente del numero di giorni garantiti dai contratti collettivi nazionali. In alcuni casi è altresì possibile richiedere dei giorni aggiuntivi, in assenza di retribuzione.

Quando si può chiedere il congedo per lutto

In linea di massima, tutti i dipendenti hanno diritto a richiedere un congedo per lutto nelle ipotesi di decesso di un familiare. Tuttavia, i vari contratti di lavoro possono determinare delle regole differenti per quanto concerne l’elenco dei rapporti di parentela con il defunto che possono dare il diritto al permesso per lutto e alla durata del congedo.

In generale, i dipendenti in Italia possono certamente richiedere un permesso per lutto nei casi di morte di coniuge, genitore, figlio, fratello o sorella. Alcuni contratti permettono di ottenere il congedo per lutto anche nelle ipotesi di decesso di un suocero o di una suocera. Sono più rare le ipotesi in cui i contratti, soprattutto integrativi, consentano di accedere a tale permesso anche per i parenti più lontani.

Quanti giorni dura il congedo per lutto

La l. 53/2000 prevede 3 giorni di congedo per lutto familiare di parenti stretti, intendendo come tali quelli entro il secondo grado di parentela e, dunque, coniuge, figli, genitore, fratello o sorella, nonni e nipoti (figlie dei figli).

Ad ogni modo, i contratti integrativi possono riservare condizioni più favorevoli ai lavoratori, includendo altri parenti (come i suoceri) e elevando il numero di giorni di congedo per lutto.

Permesso retribuito per lutto

Il congedo per lutto fin qui descritto è inteso come permesso retribuito, un periodo di assenza dal lavoro concesso al dipendente in seguito alla morte di un familiare, durante cui il lavoratore ha diritto a percepire la sua retribuzione.

Di fatti, la legge ha stabilito che i giorni di permesso per lutto siano retribuiti, anche se le modalità di retribuzione e l’entità potrebbero subire delle variazioni a seconda delle specifiche disposizioni previste in azienda.

Come si richiede il permesso per lutto

La richiesta di un permesso per lutto è un processo che può variare da un’azienda all’altra, ma esistono dei passaggi fondamentali che i lavoratori dovrebbero eseguire per accertarsi che la procedura sia più efficace.

In generale, il dipendente che è stato colpito dal lutto di un familiare dovrà tempestivamente informare dell’evento il suo responsabile delle risorse umane, al fine di richiedere il permesso per lutto.

Le procedure per fruire di questo congedo variano a seconda delle imprese, ma generalmente sarà sufficiente effettuare una richiesta indicando il grado di parentela con il defunto e allegando i documenti o i certificati che attestino il decesso.

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