Ognissanti e giorno dei morti sono collegati tra di loro, non solo per le date di celebrazione. Si tratta di tre giorni di festa che partono dal 31 ottobre e si concludono con il 2 novembre. Ma se il 31 ottobre con Halloween è entrato di prepotenza nel panorama europeo solo da poco, Ognissanti e il giorno dei morti sono due ricorrenze per noi da sempre molto sentite.
Storia e significato
Fu Papa Benedetto XV a ribadire l’importanza di celebrare i defunti, ricordando chi ha già raggiunto la pace eterna e chi, invece, deve ancora fare i conti con se stesso in Purgatorio. Sì, perché il giorno dei morti celebra proprio quelle anime che in vita si sono macchiate di peccati veniali e non sono riuscite a chiedere il perdono prima di lasciare la vita terrena. In origine veniva festeggiato nella Pasqua e così è tuttora nelle tradizioni orientali. Con il passare del tempo venne accorpato alla festa di Ognissanti.
Accompagnati dalla malinconia dell’autunno, questi due giorni così importanti per la tradizione cristiana ci invitano a ricordare chi non è più al nostro fianco nel complicato cammino della vita, onorando la loro memoria per riflettere su come la loro presenza abbia influito sul nostro percorso.
Nella tradizione, il periodo che ruota attorno a Ognissanti e giorno dei morti è il momento in cui il velo tra il cielo e la terra si fa particolarmente sottile. Si dice, infatti, che la notte tra il 1 e il 2 novembre l’anima dei nostri antenati sia in grado di oltrepassare quel velo e venire a farci visita. Ecco perché in quella notte ci sentiamo forse più sereni, con la consapevolezza che chi ci ha lasciato in realtà sia molto più vicino di quanto pensassimo. E per una notte possiamo anche crederci fino in fondo.
Ognissanti e giorno dei morti: ricorda chi non c’è più raccontando la tua storia
Ognissanti
Siamo abituati a trascorrere Ognissanti e giorno dei morti all’insegna della famiglia e del ricordo. Un pranzo con i nostri cari, una visita al cimitero e una serata tranquilla tra chiacchiere e giochi di società. Niente di più bello, ma perché non provare ad andare oltre?
Il giorno di Ognissanti, in particolare, potrebbe essere un’ottima occasione per scoprire qualcosa su di noi e sul nostro passato spirituale. Per esempio, potrebbe essere interessante scoprire il nome del tuo angelo custode, se sei credente. Scoprire chi è, la sua storia, perché sei stato affidato proprio a lui è certamente un modo curioso ma altrettanto interessante per conoscere qualcosa di cui non eri a conoscenza e, magari, farti sentire più sicuro di te.
Giorno dei morti
Se, invece, preferisci qualcosa che puoi toccare con mano, hai mai pensato alla possibilità di scoprire il tuo albero genealogico? Da dove vieni? Chi sono i tuoi antenati? Qual è il tuo passato?
Tutti ci siamo posti queste domande almeno una volta nella vita, ma abbiamo sempre lasciato perdere perché la quotidianità ci porta via sempre molto tempo, troppo.
Prenditi un po’ di tempo per stesso e ripercorri la storia della tua famiglia, passando per vecchie fotografie ai racconti dei parenti più anziani. È certamente un ottimo modo per passare una piacevole giornata insieme ai tuoi cari.
Folklore
Nel folklore Ognissanti e giorno dei morti sono legati a una tradizione che venera gli antenati. È un’usanza tipica di tutto il mondo che viene praticata a seconda della cultura del Paese. Per esempio, nelle aree orientali possiamo citare la festa dei fantasmi affamati in Cina dove si crede che le porte dell’Inferno si aprano; in questo caso la tradizione chiede agli abitanti di preparare un posto a tavola in più in modo che le anime dannate possano placare il loro appetito. In Giappone, invece, abbiamo l’Obon Festival che noi conosciamo grazie alla suggestiva tradizione delle lanterne che, però, si svolge in agosto.
Nel mondo sono molte le culture che vogliono i defunti affamati. Anche in Italia, precisamente nel Trentino Alto-Adige, è abitudine lasciare un pasto caldo sulla finestra nella notte tra Ognissanti e giorno dei morti.