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Volontariato ai funerali solitari: opportunità per le agenzie funebri italiane

La notizia proveniente dal Regno Unito riguardo l’iniziativa del consiglio comunale di Torfaen di creare una squadra di volontari pronti a partecipare ai funerali disertati solleva una riflessione importante che potrebbe trovare terreno fertile anche nel contesto italiano.

L’idea, suggerita da un residente locale e approvata all’unanimità dal consiglio, mira a garantire che nessun funerale si svolga in totale solitudine, un concetto che ha già trovato applicazione parziale attraverso organizzazioni come la Royal British Legion che partecipano alle cerimonie funebri dei veterani.

Il contesto sociale italiano e la solitudine nella morte

In Italia, il fenomeno della solitudine nella terza età è in costante aumento. Secondo i dati ISTAT, sono oltre 4 milioni gli anziani che vivono soli, e questo numero è destinato a crescere con l’invecchiamento della popolazione. La pandemia ha ulteriormente accentuato l’isolamento sociale, rendendo ancora più evidente il problema dei “funerali vuoti”, cerimonie a cui nessuno o pochissime persone partecipano.

Le agenzie funebri italiane si trovano sempre più spesso a gestire casi di persone decedute senza parenti prossimi o con reti sociali estremamente limitate. Questo rappresenta non solo un problema logistico e burocratico, ma anche una questione di dignità umana che merita attenzione.

Opportunità per le agenzie funebri italiane

L’implementazione di un servizio di volontariato funebre potrebbe rappresentare per le agenzie italiane non solo un valore aggiunto in termini di responsabilità sociale, ma anche un elemento distintivo in un mercato altamente competitivo. Ecco perché potrebbe essere un servizio richiesto:

Risposta a un bisogno sociale crescente

Come dimostrato dall’esperienza di Torfaen, dove il consiglio ha dovuto organizzare tre funerali per persone senza parenti identificabili nell’ultimo anno, esiste un bisogno reale di questo tipo di servizio. In Italia, dove il tessuto familiare tradizionale sta subendo profondi cambiamenti, il fenomeno è altrettanto presente e potrebbe beneficiare di una risposta strutturata.

Valorizzazione della dignità umana

La cultura italiana ha storicamente attribuito grande importanza ai riti funebri. L’idea che una persona possa essere sepolta senza nessuno che la ricordi contrasta profondamente con i valori di rispetto e onore per i defunti radicati nella società. Un servizio di volontariato risponderebbe a questa sensibilità culturale.

Differenziazione del servizio

In un settore dove la differenziazione è complessa, offrire un programma di “presenza garantita” potrebbe rappresentare un elemento distintivo per un’agenzia funebre. Questo potrebbe tradursi in un vantaggio competitivo significativo, soprattutto nelle comunità più piccole dove il passaparola è essenziale.

Collaborazione con il terzo settore

L’iniziativa di Torfaen prevede che i volontari rappresentino formalmente il consiglio “in giacca e cravatta”, conferendo dignità e ufficialità alla loro presenza. Le agenzie funebri italiane potrebbero similarmente collaborare con associazioni di volontariato, parrocchie, o creare propri gruppi di volontari, rafforzando il loro legame con la comunità.

Risposta alla preoccupazione degli anziani

Molti anziani soli esprimono preoccupazione non solo per la propria morte, ma anche per come si svolgerà il loro funerale. Sapere che esiste un servizio che garantisce una presenza rispettosa potrebbe alleviare questa ansia e portare più persone a pianificare in anticipo i propri servizi funebri.

Come implementare il servizio in Italia

Le agenzie funebri italiane potrebbero strutturare questo servizio seguendo alcuni principi:

  1. Coordinamento centralizzato: Come suggerito nell’articolo, un “coordinatore” potrebbe gestire un registro di volontari disponibili, attivandoli quando necessario.
  2. Formazione adeguata: I volontari dovrebbero ricevere una formazione specifica sul supporto al lutto e sull’importanza della loro presenza.
  3. Abbigliamento formale: Come indicato nell’iniziativa britannica, l’abbigliamento formale (“giacca e cravatta”) conferisce rispetto e dignità alla cerimonia.
  4. Collaborazione istituzionale: Partnership con comuni, servizi sociali e associazioni potrebbero ampliare la rete di supporto.
  5. Personalizzazione minima: Anche per i funerali senza familiari, elementi di personalizzazione come fiori o brevi commemorazioni potrebbero essere inclusi.

Insomma, in una società che invecchia e dove i legami sociali tradizionali si stanno trasformando, le agenzie funebri italiane hanno l’opportunità di evolversi da semplici fornitori di servizi a veri attori sociali. Un programma di volontariato per i funerali solitari risponderebbe a un bisogno crescente, offrendo allo stesso tempo un elemento di distinzione in un mercato competitivo.

Come ha affermato il leader del consiglio Anthony Hunt riguardo all’iniziativa di Torfaen, è “confortante” quando le persone partecipano ai funerali di chi conoscevano, ma quando ciò non è possibile, garantire comunque una presenza rispettosa rappresenta un atto di civiltà che le agenzie funebri italiane potrebbero promuovere, migliorando il proprio servizio e rispondendo a una reale necessità sociale.

L’implementazione di un tale programma non solo migliorerebbe l’immagine del settore, ma contribuirebbe anche a costruire una società più coesa e attenta alle esigenze dei suoi membri più vulnerabili, in linea con i valori di solidarietà profondamente radicati nella cultura italiana.

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