Le loro politiche di marketing hanno fatto sorridere alcuni, e fatto storcere il naso ad altri: quel che rileva è che, in ogni caso, hanno permesso a queste agenzie funebri di ottenere un incredibile successo in ambito nazionale, con scelte di comunicazione che spesso hanno conseguito la ribalta nazionale.
Non a tutti è però piaciuto lo stile assunto da Taffo Funeral Service e Exequia Funeral Service, due agenzie funebri riconducibili allo stesso proprietario, ora querelate da un giovane di Guidonia, Federico Rosati, per pubblicazioni oscene, ovvero che secondo il comune sentimento offendono il pudore.
Il querelante dichiara infatti a Il Messaggero di essere rimasto ferito da tale promozione e, avendo perso il papà in giovane età, ha deciso di querelare i due operatori per aver offeso, si legge nel documento, in maniera incontrovertibile, senza limiti, la sacralità della morte.
Le pubblicità che hanno fatto scattare la querela
Nella querela, piuttosto dettagliata, il giovane ha citato alcuni esempi di messaggi pubblicitari e slogan utilizzati dall’azienda e ritenuti da lui offensivi.
Tra i principali, Previeni oggi, non ti vogliamo vedere domani, ma anche Ci sono due tipi di donne, quelle che denunciano e… seguito dalla foto di una bara.
Uno dei cartelloni che il giovane della provincia di Roma ha citato fa anche riferimento all’attuale tema delle ondate di calore e afa:
Si schiatta di caldo
Sotto il sole non si respira
Slogan che, sempre secondo le valutazioni, non avrebbero rispettato e avrebbero deriso coloro che hanno perso la vita a causa delle alte temperature. Il legale del querelante ha fatto sapere che la Costituzione vieta le pubblicazioni contrarie al buon costume e che tali pubblicità sono in grado di turbare il comune sentimento della morale, non rispettando il dolore di chi ha perso o sta perdendo un proprio caro.
Cosa ha detto Taffo
Naturalmente, Taffo non ha fatto mancare la sua replica, difendendo la propria posizione. Luciano Taffo, il proprietario di entrambe le agenzie finite nel mirino di tale azione legale, ha dichiarato che le stesse hanno portato un cambiamento nel sistema funebre a livello nazionale.
Una volta quando la gente vedeva uno di noi o un carro funebre partivano frasi o gesti di scherno – ha affermato il proprietario di Taffo – Eravamo solo i cassamortari. È assurdo essere denunciati per aver usato una frase comune come ‘si suda da morire’. Serve un pizzico di ironia nella vita, e anche nella morte.
C’è un limite al marketing funebre?
A questo punto ci si può domandare se ci sia o meno un limite al marketing funebre o, per meglio dire, al tenore di slogan e messaggi pubblicitari che possono essere veicolati dalle agenzie funebri.
Nel corso degli anni la scelta di marketing di Taffo ha effettivamente contribuito a rinnovare alcune tendenze in materia promozionale nel settore delle agenzie funebri, e sono state certamente vincenti in termini di notorietà.
Tuttavia, il rischio – come in questo caso – è che a qualcuno non sia di gradimento e che possa essere considerata come offensiva. Potrebbe essere controproducente per l’agenzia? Che ne pensate?